Sognando una Destra Progressista
A San Marino, come nel mondo, servono più libertà civili e meno Stato.
“Ma tu che ideologia hai?”
Una volta, un noto politico sammarinese mi chiese questa cosa. Così, secca.
Come se fosse facile, nel mondo post-ideologico in cui viviamo, darsi un’etichetta.
I 5 Stelle in Italia ci hanno provato per primi: superare la dicotomia destra-sinistra, rompere il gioco. Hanno fatto scuola. Ma poi anche loro hanno dovuto scegliere da che parte stare.
Perché le etichette, per quanto limitanti, sono dure a morire.
Sui diritti civili siamo (quasi) tutti d’accordo
Oggi, tra i giovani, certe battaglie non fanno più notizia.
Unioni civili? Sì.
Canapa? Sì.
Interruzione volontaria di gravidanza? Sì.
Immigrazione? Sì, purché sia gestita con criterio.
Ormai, chi è sotto i 30 (ma anche sotto i 40), su questi temi la pensa in modo simile.
E a San Marino, ogni volta che si tocca l’argomento, pare che tutti i politici debbano dire la loro. Un’ossessione.
E certo, basta essere un essere umano minimamente "pensante" per avere una propria opinione.
Capita spesso quindi che sui diritti civili si accendano i riflettori.
Perché sono facili da capire, facili da commentare, facili da cavalcare.
Ma no, non sono questi a creare benessere.
I diritti civili non fanno PIL
Ok, magari si può far business su tutto.
Ma al di là di ciò che può dire o pensare un giovane “fattone”, la cannabis da sola non rilancia un’economia.
E no, nemmeno l’aborto o l’immigrazione possono diventare voci attive di bilancio.
Anche se qualcuno sogna scenari creativi.
Quindi la vera domanda è: come si crea benessere nel 2025?
La mia risposta, da economista
Se vogliamo continuare a giocare con le regole che ci impongono la globalizzazione e il neoliberismo, una sola ricetta funziona davvero: meno Stato.
Lo Stato deve essere arbitro imparziale, che mette poche regole e le fa rispettare.
E soprattutto, deve smettere di impicciarsi in ogni dettaglio della vita di cittadini e imprese.
Perché dove lo Stato è ovunque, ovunque c’è burocrazia.
E dove c’è burocrazia, ci sono zone grigie.
E dove ci sono zone grigie…
Sì: ci sono anche le mazzette.
Quindi, detta semplice: meno Stato = meno corruzione.
Una destra che non si vergogna dei diritti
Esiste allora uno spazio politico per chi crede nei diritti civili e in un’economia liberale?
Io credo di sì.
Un profilo che qualcuno potrebbe chiamare “veramente liberale”, nel senso più puro: libero sui temi sociali, snello sul piano economico.
Un classico: "La mia libertà finisce dove inizia quella degli altri."
Ma attenzione: non parlo di uno Stato assente.
Dove serve lo Stato, deve esserci
Ci sono ambiti in cui lo Stato deve esserci, eccome. E con autorità.
Quelli che considero strategici: Istruzione. Sanità. Trasporti. Sicurezza. Finanza.
Su tutto il resto, spazio ai privati.
Senza licenze inutili, senza passaggi assurdi, senza carte su carte.
E allo stesso tempo, difendere i più deboli non è un’opzione.
Le imprese devono avere libertà, ma anche regole chiare su come trattare i dipendenti.
E anche l’equità deve essere un tema importante: chi ha di più, giusto che contribuisca un po’ di più.
Mettendo ciò che ha a disposizione dei meno fortunati.
Una destra sì, ma progressista
Ecco il punto.
Il mio sogno, oggi, si chiama destra progressista.
Una visione che potrebbe funzionare in molti paesi.
E che, secondo me, potrebbe funzionare benissimo anche a San Marino.