San Marino e il Mercato (non proprio) Unico Europeo
Il mercato unico UE ha ancora tanti ostacoli. L’entrata non è un traguardo, ma un inizio.
San Marino sta avviando un percorso di associazione all’Unione Europea.
Molti lo vedono come un punto di arrivo, ma in realtà sarà solo il punto di partenza.
In particolare, l’entrata nel mercato unico europeo è un’opportunità; non una garanzia.
Le barriere invisibili
Anche all’interno del mercato unico infatti esistono barriere non tariffarie (BNT, per gli amici).
Sono ostacoli che non hanno nulla a che fare con le tariffe doganali, ma che possono rallentare o complicare gli scambi:
Regole diverse da Paese a Paese
Certificazioni ridondanti
Burocrazia e cavilli
Potremmo semplificare chiamandoli come li ha chiamati Giorgia Meloni (seppur impropriamente): “dazi interni”.
Un esempio citato da aziende europee: spedire un prodotto o un rifiuto riciclabile da un Paese UE a un altro può richiedere autorizzazioni cartacee, firme in colori specifici e procedure diverse a seconda della destinazione.
Alcune aziende arrivano perfino a preferire esportare fuori dall’UE piuttosto che affrontare la giungla di normative interne!
Entrare è solo l’inizio: la sfida è sapersi muovere nel mercato unico
Bruxelles stessa ammette che il mercato unico, nato ufficialmente nel 1993 per far circolare liberamente persone, beni, servizi e capitali, non funziona ancora come dovrebbe.
Persistono oltre cento barriere interne, dalla diversa interpretazione delle regole doganali alle norme sui packaging, fino alle difficoltà nel far riconoscere qualifiche professionali in un altro Paese UE.
Per questo, anche quando San Marino avrà accesso al mercato unico, non sarà automaticamente “allineata”.
Dovremo imparare a sfruttare le opportunità, anche adottando prassi simili a quelle di altri Paesi UE, senza sentirci obbligati a copiare sempre quelle italiane.
(Anche se questo sarà un “vizio” sammarinese particolarmente difficile da cacciare!)
Il momento europeo
A livello europeo, la spinta a rimuovere le barriere interne è tornata di moda.
Le tensioni globali, la concorrenza USA e Cina, e le sfide tecnologiche hanno convinto molti leader che un mercato unico più integrato è essenziale per la sopravvivenza economica dell’Europa.
Come ha detto il presidente del Consiglio Europeo António Costa: il mercato unico è “la pietra angolare della competitività europea e un asset geopolitico”.
Per le imprese, le differenze tra le normative nazionali significano costi aggiuntivi, ritardi e ostacoli alla crescita. Bruxelles ora punta a:
Armonizzare le regole
Ridurre tempi e costi per standard ambientali e di consumo
Facilitare il riconoscimento delle qualifiche
Rafforzare l’applicazione uniforme delle norme
E San Marino?
Sicuramente, l’accesso al mercato unico renderà la vita molto più semplice, non solo alle aziende, ma anche a noi consumatori sammarinesi.
Avete mai provato, per esempio, ad ordinare online da un Paese europeo fuori dall’Italia? Esatto. Non serve aggiungere altro.
Ma per tutti noi, l’associazione al mercato unico sarà un trampolino di lancio, non un traguardo.
L’accesso al mercato da solo non basta: servirà visione strategica per coglierne il potenziale e per evitare di essere semplici spettatori in un’arena di 450 milioni di consumatori.
Se sapremo muoverci bene, potremo diventare un hub di nicchia dentro l’UE, capace di sfruttare la flessibilità di un microstato, senza subirne i limiti.