San Marino in UE: Odio e Amore
Perché, da euroscettico e anti-UE, sto diventando favorevole all’ingresso di San Marino nell’Unione Europea.
Adesso con questo articolo farò arrabbiare tutti quelli che ragionano “a senso unico”.
Sia quelli ardentemente favorevoli all’ingresso di San Marino in UE, sia quelli radicalmente contrari.
Ma il bello di essere un pensatore libero - senza agende, senza padroni - è proprio questo: potersene fregare.
Fregarsene di quello che pensa l’establishment, e anche di quello che pensano i lettori più ortodossi.
Perché io ho il mio pensiero critico. E se riesco a comunicarlo anche solo a un sammarinese, sono già felice.
Ero il sammarinese più euroscettico
Partiamo da qui: io ero un euroscettico. Ma non uno qualsiasi.
Più euroscettico di me non esisteva.
E quindi diciamolo chiaramente:
l’accordo di associazione con l’Unione Europea è una perdita di sovranità e indipendenza.
Che vi aspettavate da uno che ha fondato un movimento politico chiamato letteralmente Indipendenza Sammarinese e che si scambiava email con Nigel Farage?
Sì, proprio quel Nigel Farage, l’ideatore della Brexit e (forse) futuro primo ministro britannico.
Eppure, da allora, sto diventando favorevole all’entrata in UE.
E vi spiego perché.
Finalmente qualcuno ci controlla
Perché ho capito che finalmente ci sarà qualcuno che ci controlla.
Che ci “costringerà” a fare le manovre che servono davvero.
Parlo di tagliare gli sprechi pubblici. Di combattere il traffico di influenze. Di rendere la macchina statale più efficiente.
Pensate davvero che l’Unione Europea possa permettere che in uno dei suoi Stati associati ci siano ancora fenomeni di voto di scambio sotto gli occhi di tutti?
O che continui lo spreco sistematico di risorse pubbliche?
L’Europa non è una fata madrina
Attenzione però: ci sono certi soggetti al governo (alcuni, non tutti) che si stanno già fregando le mani.
Pensano: “Ah, adesso l’Europa ci risolverà tutti i problemi! Le banche! Il debito!”
Pori mat!
L’Europa dà, è vero. Ma, giustamente, l’Europa chiede anche qualcosa in cambio.
Segnatevi le mie parole:
tra qualche anno arriveranno delle manovre imposte da Bruxelles.
Una volta l’avrei visto come un male.
Ora invece lo considero un bene.
Sovranità? Solo se serve a qualcosa
Perché sì: autonomia, sovranità, indipendenza… sono tutte cose bellissime.
Ma solo se usate con visione. Solo se servono a far crescere davvero il Paese, con il coraggio di fare le manovre che servono.
Se invece diventano la scusa per continuare a fare “porcate” in ogni angolo della pubblica amministrazione (e oltre);
allora, che ben venga l’Unione Europea.
Che ci guidi. Che ci obblighi.
Perché altrimenti, qua, continueranno indisturbati a fare i loro comodi. Come sempre.