I Risarcimenti di Guerra che il Regno Unito pagò a San Marino
Possiamo ora, a distanza di tempo, rivalutare la questione e chiedere di più per il bombardamento britannico su San Marino?
Con questo articolo vado nelle viscere della mia identità.
Sono nato sammarinese, mi sento sammarinese.
Ma ho vissuto circa 7-8 anni in Inghilterra, ho acquisito anche la cittadinanza britannica e, per certi aspetti culturali, mi sento anche un po’ inglese.
Per fortuna, però, questo articolo non è una biografia… Né una seduta di psicoanalisi.
È un semplice approfondimento su una domanda concreta: la cifra pagata dal Regno Unito a San Marino, dopo il bombardamento della Seconda Guerra Mondiale, era davvero adeguata?
Un piccolo ripasso storico
Di recente ho raccontato su Oldest Republic il bombardamento degli “Alleati” su San Marino e il ruolo del nostro Paese durante la Seconda Guerra Mondiale.
L’obiettivo di quell’articolo era chiaro: dare più peso alla narrativa positiva, quella per cui San Marino offrì rifugio a migliaia di persone in fuga, comprese famiglie ebree, invece di limitarsi alla classica etichetta con cui ci vedono all’estero: “erano neutrali ma governati da fascisti, quindi erano dei nazifascisti pure loro”.
In quell’articolo, avevo accennato anche a un fatto curioso (e forse poco noto):
il Regno Unito, nel 1961, ha pagato un risarcimento di 80.000 sterline per quel bombardamento.
Quanto valgono oggi 80.000 sterline del 1961?
Facciamo due conti.
Considerando un’inflazione media del 5% annuo (e sono stato fin troppo generoso), quella cifra oggi varrebbe circa 1,8 milioni di sterline, ovvero poco più di 2 milioni di euro.
Ora, facciamoci una domanda semplice.
Sono abbastanza?
Due milioni di euro, a fronte di:
un’infrastruttura ferroviaria bombardata e mai più ricostruita (ok, questa forse è anche un po’ colpa nostra);
63 civili sammarinesi uccisi.
Direi che la risposta si dà da sola.
E quindi?
Secondo me, ora che è passato abbastanza tempo per guardare le cose con oggettività, San Marino potrebbe - anzi, dovrebbe - fare due cose:
1. Ricostruire la verità storica
Incentivare il coinvolgimento di storici, ricercatori e studiosi per analizzare con precisione le ragioni, le responsabilità e l’impatto di quel bombardamento.
2. Rivalutare il risarcimento
Se venisse confermato che il bombardamento fu ingiusto, si potrebbe aprire una richiesta formale per un risarcimento proporzionato alla distruzione materiale e, soprattutto, alle vite umane perse.
Perché no: 2 milioni di euro non bastano.
Una finestra politica favorevole?
Con il Labour al governo nel Regno Unito, questo potrebbe essere il momento giusto per riaprire il dialogo.
Il prossimo governo sarà quasi certamente più a destra - forse addirittura estrema destra - e, in quel caso, ogni discorso sarà archiviato.
Quindi, se davvero vogliamo onorare la memoria dei civili uccisi e ricostruire un pezzo di verità storica…
Questo è il momento di agire.